saggi letterari

"Discorso del presidente della Sezione di Bressanone in occasione della cerimonia di premiazione del premio PUTIA , 2/a edizione"


    Gentili Signore e Signori, anche a nome di tutti i soci del Club Alpino Italiano di Bressanone, Vi porgo un cordiale saluto e un fervido ringraziamento per aver voluto partecipare a questa cerimonia. Rivolgo un saluto particolare alle autorità presenti: al Vicesindaco di Bressanone prof. Giovanni Toniutti, al Vicepresidente della Comunità di Valle p. i. Dario Stablum, all'Assessore Claudio Del Piero, al Commissario dr. Daniele Mosconi, al Presidente Generale del CAI dr. Roberto De Martin, al prof. Spiro Dalla Porta Xidias, al prof. Bepi De Marzi, al presidente del CAI Alto Adige, dr. Alberto Kaswalder, al presidente del Convegno Trentino-A. A., geom. Costantino Zanotelli e al dr. Guido Bocher direttore di dipartimento della Provincia Autonoma di Bolzano anche in rappresentanza dell'Assessore prov.le dr. Luigi Cigolla.
    Saluto e ringrazio molto gli autori delle opere partecipanti alla seconda edizione del Premio Putia e, in particolar modo, i presenti che hanno voluto così dare un maggior contributo alla riuscita di questa manifestazione e alla notorietà della nostra iniziativa culturale. Il consiglio direttivo del CAI di Bressanone è stato favorevolmente impressionato dall'esito del secondo concorso di poesia e prosa sulla montagna e il suo ambiente, sia per il numero delle opere a concorso e sia per il loro contenuto artistico e culturale. Anche i membri della giuria si sono espressi in modo molto lusinghiero nei riguardi della maggioranza degli elaborati e, inoltre, hanno giudicato gli stessi tutti meritevoli di pubblicazione.
    Dopo la riuscita di questa edizione, riteniamo di dover esprimere alcune considerazioni sulle finalità e sulle motivazioni del concorso stesso.
    Tra gli scopi del Club Alpino Italiano vi è lo studio e la conoscenza della montagna, dei suoi abitanti, dei suoi problemi, delle tradizioni e di tutti quegli aspetti e valori che, presenti anche in altri ambienti, in quello montano appaiono più genuini e più meritevoli di essere studiati, valorizzati e divulgati. Con questa- iniziativa noi intendiamo contribuire a realizzare questi scopi stimolando la produzione di scritti in forma di poesia o di prosa, da pubblicare e diffondere poi gratuitamente.
    
    La nostra più segreta aspirazione era ed è riposta nei nostri giovani; a loro chiediamo che ci trasmettano, in modo schietto e genuino, le loro emozioni, le loro esperienze, le loro considerazioni e dove ricorra, anche le loro critiche sulla montagna, sulla bellezza della natura e sulla salvaguardia dell'ambiente montano. Essi possiedono, infatti, capacità di osservazione e di analisi approfondita più di quanto l'apparenza non dimostri. Desidero qui esortare appunto i nostri giovani a cimentarsi nell'arte dello scrivere. Lo scrivere è un'attività importante che aiuta a capire il mondo, ma anche a far capire noi stessi agli altri. Nella vita, inoltre, è opportuno provare e misurarsi con molte attività e diversi interessi; solo così è possibile formarsi una personalità armoniosamente completa.
    Desidero infine, raccomandare ai giovani di non arrendersi alle prime difficoltà. Gli ingredienti indispensabili in proposito sono le idee, i sentimenti e la volontà di comunicare; l'acquisizione di idonea capacità espressiva si ottiene con l'esercizio continuato. Tra le finalità di questo concorso, vi è quella di contribuire acché siano celebrate in misura maggiore le nobili tradizioni del Club Alpino Italiano, ormai radicate indissolubilmente nelle genti di montagna e non solo di montagna. E qui le tematiche da privilegiare secondo i nostri auspici sono molteplici e varie: oltre ai temi classici sulla conquista delle vette, sulla bellezza della natura e sull'alpinismo extraeuropeo, noi vorremmo che fossero trattati: il soccorso alpino, il mondo a se stante e un po' fatato dell'alpinismo giovanile e le scuole di alpinismo, per citare solo alcuni argomenti tra quelli poco ricorrenti.







    
    Il premio relativamente modesto che mettiamo in palio indica chiaramente che non intendiamo premiare poeti e scrittori affermati, bensì stimolare appunto i giovani e gli artisti non professionisti ad esercitarsi nell'esaltante attività di fissare sensazioni, riflessioni e sentimenti, in racconti o in versi, incentrati su argomenti attinenti appunto alla montagna e al suo ambiente. In breve sintesi: stimolare " i non addetti ai lavori" alla creatività.
    In questo quadro è evidente che la graduatoria e la competizione sono necessarie. Sono necessarie non solo per assegnare i premi ai più meritevoli, ma soprattutto per fornire ad ognuno un giudizio comparato, che stimoli i singoli concorrenti, che comunque restano in competizione soprattutto con se stessi, a migliorarsi e perfezionarsi. Dopo un'attenta valutazione di tutti gli elaborati in gara, la giuria li classifica in quattro categorie di merito: la prima comprende le opere premiate, la seconda elenca, anch'essa in ordine di merito, quelle segnalate, la terza riunisce, senza ordine di precedenza, tutte le opere pubblicabili e l'ultima è relativa agli elaborati che, riveduti e corretti dagli autori, potranno eventualmente partecipare al concorso successivo. Come ho già detto, quest'anno tutte le opere sono state giudicate meritevoli di pubblicazione.
    Anche in relazione a quanto sopra espresso, sono lieto di comunicare che il consiglio direttivo sezionale ha già deliberato, su mia proposta, di indire il terzo concorso con il seguente calendario di massima: termine per la presentazione delle opere il 31 ottobre 1999; cerimonia di premiazione nel febbraio del 2000.
    Il relativo bando verrà pubblicato nel volumetto contenente gli elaborati partecipanti al 2° concorso; volumetto che avrà una veste più curata e una diffusione maggiore rispetto alla prima edizione. In particolare verrà spedito a tutti gli autori delle opere pubblicate.
    Concludo con un ringraziamento ai componenti della giuria che con tanta solerzia, pazienza e competenza hanno assolto il difficile compito di analizzare più volte e giudicare gli elaborati senza alcuna ricompensa, se non quella derivante dall'intima convinzione di contribuire alla diffusione del sapere e degli ideali del Club Alpino Italiano. Un ringraziamento particolare va ai professori Spiro Dalla Porta Xidias e Bepi De Marzi che sono gli esponenti più autorevoli, i più esperti e sicuramente meritevoli della mia e della vostra ammirazione. Un grazie naturalmente anche agli altri giurati: a don Giuseppe Granruaz, al presidente generale del CAI e nostro socio dr. Roberto De Martin, al dr. Giorgio Cesaro e al dr. Gianfranco Cornella.
    Rinnovo il mio grazie ai concorrenti e felicitazioni vivissime ai vincitori. A Voi tutti grazie e arrivederci nell'anno 2000.
    Permettetemi di chiudere con un augurio per la mia sezione e per questo concorso. Lo scrittore statunitense Longfellow Henry Watsworth scrisse, oltre 150 anni fa, una ballata che narra delle fatiche di un giovane durante la salita per la conquista della vetta di una montagna dove poi troverà la morte. Naturalmente il senso intimo della ballata è del tutto spirituale e simbolico. In quest'atmosfera permeata di aspirazione verso l'alto e di sacrificio, ricorre insistente il ritornello - esortazione che è anche il mio augurio: Excelsior!
Vittorio Pacati
Pubblicato sull’Annuario 1997 del CAI Bressanone

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